
Quando Tony Blair la scorsa estate scelse un volo Ryanair per rientrare a Londra dalle sue vacanze in Italia si intuì che la rivoluzione del low cost era stata vinta. Attualmente le low-cost, grazie a tariffe bassissime, coprono nel mondo oltre il 14% dei voli; una percentuale che, secondo uno studio dell'Enac, nel 2010 salirà in Europa al 40%.
Ovviamente anche in Italia il fenomeno è in grande espansione: nel 2005 su un totale di 112 milioni di passeggeri, le compagnie low cost ne hanno trasportati il 17% (oltre 20 milioni) e la crescita rispetto al 2004 è stata dell'84%.
A garantire il successo delle compagnie low cost ci sono spese sugli equipaggi ridotte all'osso, basse tariffe aeroportuali, servizi ridotti a bordo, vendita di prodotti complementari (noleggio auto, ostelli, assicurazioni: voci che nei bilanci di Ryanair equivalgono al 16% del flusso delle entrate). Una strategia aggressiva ma tutto sommato semplice, che punta su scali regionali e provinciali, i quali grazie a costi di servizio più bassi e ad un minor congestionamento del traffico garantiscono tariffe stracciate e buona puntualità.
In molti casi poi, le collaborazioni fra compagnia aerea e aeroporto diventano delle vere e proprie partnership per politiche di comunicazione e marketing che agiscono da volano per lo sviluppo del territorio. A Pisa il traffico passeggeri è triplicato dal 1997; a Palermo la quota low cost rappresenta quasi un quarto dei passeggeri transitati (24%); a Venezia la quota low cost è salita al 26%. Tutto anche a vantaggio dell'indotto: turismo, autonoleggi, hotel, ecc.
E si badi bene che low cost non significa affatto basso reddito o scarsa qualità: lo testimonia il fatto che anche la quota di viaggiatori per affari cresce in questo settore, che sta vivendo un vero e proprio boom trasversale.
Ecco un elenco delle quote del low cost negli aeroporti italiani, dal quale si può vedere quali realtà abbiano puntato forte sul fenomeno e qual invece risultano ancora al palo (Firenze su tutte, anche se i dati devono scontare la vicinanza di Pisa):
Forlì 95%
Roma Ciampino 90%
Bergamo 81%
Brescia 70%
Pisa 61%
Pescara 48%
Brindisi 29%
Venezia 26%
Palermo 24%
Bari 24%
Olbia 21%
Napoli 20%
Genova 17%
Milano Linate 12%
Torino 11%
Bologna 11%
Milano Malpensa 8%
Roma Fiumicino 8%
Lamezia Terme 8%
Cagliari 7%
Verona 5%
Firenze 4%
E le compagnie tradizionali? Come possono fronteggiare questa ondata concorrenziale? Probabilmente riqualificandosi, come già stanno facendo alcune di loro, e proponendosi con servizi e strutture high cost-high quality. Ma questa è un'altra storia...
(via Sole 24 Ore del 8 dicembre 2006)
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